Dopo circa due settimane dall’inizio della mestruazione, nelle donne con un ciclo regolare, inizia l’ovulazione. Si tratta di un evento fisiologico corrispondente alla rottura del follicolo ovarico giunto a maturazione e quindi pronto a espellere l’ovulo.

Questo gamete femminile potrà essere fecondato (e dare inizio a una gravidanza) oppure sarà espulso con il successivo ciclo mestruale.

Anche se nella maggior parte dei casi questa fase del ciclo si presenta senza sintomi, oltre il 20% delle donne soffre di ovulazione dolorosa. Pur non essendo una vera e propria patologia, questo disturbo provoca tuttavia disagio e problemi di varia intensità.

Sintomi dell’ovulazione dolorosa

I sintomi dell’ovulazione dolorosa, che si manifestano a partire dal quattordicesimo giorno e che hanno una durata di circa 48 ore, comprendono:

  • emissione di abbondante muco vaginale;
  • piccole perdite di sangue (spotting);
  • tensione al basso addome;
  • dolore ovarico, a destra oppure a sinistra del ventre;
  • gonfiore alla pancia;
  • nausea.

Il dolore associato all’ovulazione è di tipo spastico e quindi molto simile a quello delle mestruazioni, dato che in entrambi i casi la muscolatura uterina si contrae in maniera abnorme, stimolando i nocicettori a essa collegati.

La donna può notare piccole perdite di sangue misto a muco, che di solito corrispondono allo scoppio del follicolo e che provocano la sofferenza uterina.

Appena prima dell’ovulazione, alcune donne manifestano un evidente gonfiore vulvare, generalmente sul lato dell’ovaio coinvolto, e associato all’aumento volumetrico di uno o più linfonodi.

Cause patologiche dell’ovulazione dolorosa

Se gli episodi di ovulazione dolorosa non sono particolarmente intensi e se la loro frequenza non è eccessiva, si tratta molto spesso di modificazioni fisiologiche non allarmanti.

In alcune circostanze tuttavia questo disturbo potrebbe essere la spia di malattie debilitanti, tra cui:

  • endometriosi, una patologia per cui il tessuto uterino si trova disseminato in varie parti dell’apparato genitale e anche intestinale;
  • malattia infiammatoria pelvica, una sindrome flogistica che colpisce varie parti degli organi genitali;
  • malattie trasmissibili sessualmente, come gonorrea e clamidia;
  • cisti ovariche, che alterano lo stroma dell’organo;
  • patologie infiammatorie intestinali.

In generale la sintomatologia dolorosa dipende da un eccessivo rigonfiamento dei follicoli ovarici, responsabile di tensione sulle pareti muscolari.

Anche la rottura del follicolo rappresenta un altro fattore eziologico del dolore, così come un’anomala contrazione delle Tube di Falloppio in fase ovulatoria.

Dato che esiste una stretta contiguità anatomica con l’apparato digerente, l’ovaio può risentire in maniera notevole di eventuali infiammazioni e spasmi intestinali.

Diagnosi e rimedi dell’ovulazione dolorosa

Per avere una diagnosi precisa la donna, oltre alla normale visita ginecologica, dovrebbe sottoporsi a un’ecografia addominale completa e a ecografia transvaginale, per consentire allo specialista di visualizzare con chiarezza l’apparato genitale in toto.

Le strategie terapeutiche possono essere di vario genere, anche se la cura più efficace rimane l’assunzione della pillola anticoncezionale che, bloccando l’ovulazione, mette a riposo l’intero apparato genitale. Tuttavia, non è sempre consigliabile assumere la pillola. Leggi anche Tutto quello che c’è da sapere sulla pillola anticoncezionale.

In fase acuta, il dolore può essere risolto con FANS, soprattutto quelli a base di ibuprofene e paracetamolo.

La terapia del calore è un rimedio molto efficace per attenuare la sofferenza ovulatoria, per cui l’applicazione di un termoforo oppure di una borsa d’acqua calda può migliorare gli spasmi in quanto provoca il rilassamento della muscolatura liscia addominale.

Una donna su cinque è affetta da questo disturbo per non più di 48 ore, per cui la sua incidenza di solito non altera troppo il suo stile di vita.

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