In anatomia un utero sano e normofunzionante è situato all’interno della cavità pelvica e ha una posizione antiflessa e antiversa. Numerosi sono i casi in cui l’utero della donna assume una posizione retroflessa o retroversa. Dai punti di vista clinico e anatomico entrambe le situazioni di anomalia di posizionamento dell’organo all’interno della cavità pelvica non influiscono sulla capacità di concepimento della donna.

Anatomia dell’utero

L’utero è composto sostanzialmente da due regioni denominate corpo dell’utero e collo dell’utero. Ogni regione anatomica presenta funzioni proprie e può essere soggetta a patologie distinte.

Il corpo dell’utero indica la parte superiore e più grande, mentre il collo dell’utero, detto anche cervice uterina, rappresenta la zona inferiore e più piccola. Questa parte determina il passaggio tra l’utero e la vagina sottostante. Tra le parti superiore e inferiore è presente l’istmo dell’utero, il punto centrale compreso tra l’orifizio uterino interno e il corpo dell’utero. Il posizionamento del corpo uterino rispetto all’istmo identifica le situazioni di utero retroflesso o retroverso.

Entrambe le circostanze possono comportare, con l’avanzare dell’età anagrafica, il prolasso dell’utero. La dislocazione di questo organo non compromette in modo significativo la fertilità della donna poiché, grazie alla sua flessibilità, l’utero durante la gravidanza si adatta costantemente alla crescita del feto.

Utero retroflesso

Nell’utero retroflesso il corpo uterino è inclinato verso la schiena. Questa condizione anatomica non apporta difficoltà dal punto di vista clinico, pertanto non influisce sul concepimento né sull’avanzamento della gravidanza.

Il medico ginecologo durante la visita con lo speculum avverte uno spostamento della cervice in avanti. L’ecografia interna consente di verificare tale anomalia. Generalmente la retroflessione dell’utero è presente sin dalla nascita. L’utero retroflesso può causare ritenzione urinaria.

Utero retroverso

Nell’utero retroverso l’angolo di flessione tra il collo dell’utero e la vagina è maggiore di 90°. Questa anomalia può essere presente sin dalla nascita oppure può accadere che l’utero cambi la sua posizione all’interno della cavità pelvica in seguito alla presenza di fibromi, per indebolimento dei legamenti pelvici causato da un processo infiammatorio, a causa di un aborto oppure successivamente a un parto particolarmente complesso. L’endometriosi non curata, la salpingite e i tumori possono essere la causa di una retroversione uterina. Meno grave dal punto di vista anatomico, la distensione dei tessuti durante la menopausa può anch’essa essere un fattore predisponente.

Le donne adulte con utero retroverso lamentano nel periodo mestruale pesantezza nella zona inferiore dell’addome e incremento dei dolori alla schiena in regione lombo-sacrale. Il sintomo più significativo è la dispareunia, ovvero rapporti sessuali dolorosi. La posizione retroversa dell’utero favorisce, inoltre, la comparsa di emorroidi e stipsi cronica.

Per correggere il posizionamento fisiologico del copro uterino è possibile eseguire un intervento chirurgico denominato isteropessi. I medici consigliano di intervenire esclusivamente nei casi di retroversione pronunciata, per alleviare i fastidi durante la minzione e la defecazione ed eliminare l’insopportabile dolore alla schiena. L’intervento di isteropessi può essere eseguito in laparoscopia.

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