I cheloidi rappresentano una particolare forma di cicatrice caratterizzata da una crescita anomala di tessuto cutaneo che si estende oltre i margini della ferita originale.
A differenza delle cicatrici normali, che si formano per riparare una lesione e si stabilizzano nel tempo, i cheloidi continuano a crescere anche dopo la chiusura della ferita, formando un’area ispessita e rilevata, spesso di colore più scuro rispetto alla pelle circostante. Questo fenomeno è il risultato di una risposta eccessiva del corpo al processo di guarigione.
Le cause dei cheloidi
La formazione dei cheloidi è influenzata da diversi fattori, tra cui la predisposizione genetica, la tipologia di pelle e l’entità del trauma cutaneo. Chiunque può sviluppare un cheloide, ma alcune persone risultano più predisposte rispetto ad altre. In particolare, individui con pelle più scura, appartenenti a gruppi etnici come afroamericani, asiatici e ispanici, mostrano una maggiore incidenza di cheloidi.
Le cause principali della formazione dei cheloidi includono lesioni cutanee come ferite chirurgiche, traumi, ustioni, acne, punture di insetto e piercing. Anche un semplice taglio o una piccola lesione possono evolversi in un cheloide se il corpo risponde con una produzione eccessiva di collagene durante il processo di guarigione.
Come riconoscere i cheloidi
I cheloidi si presentano come protuberanze lisce e sollevate sulla superficie cutanea, di dimensioni variabili e con un colore che può variare dal rosso al marrone scuro. Inizialmente, possono causare prurito o dolore, specialmente durante la loro formazione. Col passare del tempo, questi sintomi tendono a ridursi, ma l’aspetto estetico può restare un problema per molti pazienti.
Diagnosi e valutazione dei cheloidi
La diagnosi dei cheloidi è principalmente clinica. Il dermatologo esamina la lesione e valuta la storia del paziente, verificando l’eventuale presenza di altri cheloidi e analizzando i fattori di rischio. In rari casi, potrebbe essere consigliato un esame istologico per distinguere i cheloidi da altre lesioni cutanee simili, come i dermatofibromi.
I trattamenti disponibili per i cheloidi
Il trattamento dei cheloidi richiede un approccio personalizzato, poiché non esiste una soluzione unica valida per tutti. Tra le opzioni terapeutiche più utilizzate vi sono:
- Iniezioni di corticosteroidi. Riducono l’infiammazione e appiattiscono il cheloide nel tempo.
- Crioterapia. Il congelamento del tessuto cicatriziale per ridurre il volume del cheloide.
- Laser terapia. Utile per migliorare l’aspetto della cicatrice.
- Chirurgia. Riservata ai casi gravi, anche se presenta il rischio di recidiva.
- Terapia con silicone. Applicazione di fogli o gel di silicone per appiattire il cheloide nel tempo.
È fondamentale discutere con il dermatologo la strategia terapeutica più adeguata, considerando la localizzazione, la dimensione del cheloide e le preferenze del paziente.
Prevenzione dei cheloidi: consigli pratici
Prevenire la formazione dei cheloidi è possibile, soprattutto per chi sa di essere predisposto. Alcune precauzioni includono evitare traumi cutanei non necessari, proteggere la pelle dal sole per prevenire l’iperpigmentazione delle cicatrici e seguire le indicazioni del medico dopo interventi chirurgici o lesioni.
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