Il termine generico cardiomiopatia indica una modificazione anatomica del cuore. Influisce sulla capacità del muscolo di contrarsi in maniera corretta e quindi di pompare il sangue in tutto il corpo.
La patologia non prevede guarigione, ma se viene trattata adeguatamente può garantire lunghe aspettative di vita. In base al tipo di alterazione la cardiomiopatia si distingue in dilatativa, ipertrofica, restrittiva e aritmogena.
Cardiomiopatie: cosa sono e cause
Le cardiomiopatie sono delle alterazioni anatomiche del muscolo cardiaco. Possono avere carattere ereditario oppure svilupparsi nel corso della vita per un motivo ben preciso. Come a seguito di un attacco di cuore, problemi alla tiroide, una gravidanza complicata, diabete, obesità, abuso di alcolici o aritmie frequenti.
Possono essere asintomatiche oppure manifestarsi con sensazione di stanchezza persistente, difficoltà a respirare, battiti irregolari, edemi oppure gonfiore alle gambe, ai piedi o alle vene del collo.
La diagnosi viene effettuata con esami clinici non invasivi ma, qualora non dovessero bastare, si procede con la biopsia miocardica.
Classificazione delle cardiomiopatie
In base alle modifiche del cuore, la malattia si distingue in:
- Cardiomiopatia dilatativa. Forma molto comune, interessa principalmente il ventricolo sinistro che dilatandosi eccessivamente non riesce a pompare con forza il sangue nell’organismo come dovrebbe. La malattia può essere di tipo genetico, virale o ancora legata a un abuso di alcol, droghe o tabacco.
- Cardiomiopatia ipertrofica. Malattia genetica rara, colpisce un individuo su 500. Il cuore è avvolto da pareti particolarmente spesse che impediscono le contrazioni. Inoltre, il ventricolo sinistro, essendo poco elastico, non riesce ad accogliere il sangue che proviene dai polmoni. La patologia prevede una forma non ostruttiva e una ostruttiva, caratterizzata da un movimento anomalo della valvola mitrale.
- Cardiomiopatia restrittiva. Altrettanto rara, consiste nell’irrigidimento delle pareti delle camere cardiache. Ne consegue che, dopo la contrazione, il cuore non riesce a riempirsi correttamente di sangue. I vari distretti e i polmoni presentano una grande quantità di liquidi. La causa non è ancora nota, anche se potrebbe essere legata a fattori ereditari.
- Cardiomiopatia aritmogena. La malattia che colpisce principalmente il ventricolo destro è causata da un’alterazione genetica delle proteine che tengono insieme le cellule del muscolo cardiaco. Il tessuto viene sostituito presto da grasso e il cuore non riesce più a pompare il sangue in maniera adeguata. Viene definita aritmogena perché è caratterizzata da gravi aritmie cardiache fino a portare alla morte del soggetto.
Ad oggi, solo l’impianto di alcuni dispositivi cardiaci (come il defibrillatore cardioverter, il pacemaker oppure il macchinario per l’assistenza ventricolare sinistra) e l’assunzione di determinati farmaci possono migliorare la qualità della vita di chi è affetto di cardiomiopatia. Nei casi più importanti, invece, si procede con l’ablazione alcolica del setto oppure con il trapianto di cuore, molto delicato e facilmente soggetto a diverse complicazioni anche gravi.
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