I capelli sono strutture viventi che come tali nascono, crescono e muoiono, dando luogo a cicli biologici della durata media compresa tra 2 e 7 anni, che si ripetono costantemente per tutta l’esistenza.

Ogni capello presenta una radice, che è la parte invisibile e contenuta all’interno di un follicolo pilifero (bulbo), un fusto, che corrisponde alla porzione visibile, e un apice, che è la sua parte terminale.

Solitamente un capello sfibrato e non perfettamente vitale mostra la sua sofferenza a partire dalle punte, che appaiono disidratate e non lisce; i disturbi si manifestano, poi, anche a livello del fusto e infine alla radice.

In condizioni normali, qualsiasi persona mostra una fisiologica perdita di capelli, provocata dal fatto che essi vengono sostituiti al termine del loro ciclo vitale; questo fenomeno è evidente, per esempio, sulla spazzola o sul pettine, su cui ogni mattina si trova un numero variabile di capelli caduti. Sono circa un centinaio i capelli che vengono sostituiti quotidianamente e che sono spesso visibili anche sugli indumenti oppure sulle federe dei guanciali.

Può succedere, però, che tale situazione si manifesti con maggiore incisività e che i capelli caduti siano molto più numerosi, fino a formare veri e propri gomitoli; in queste circostanze si parla di alopecia.

Cause della caduta dei capelli

Per dare una spiegazione a tale disturbo vengono considerati sia fattori predisponenti che cause conclamate, dalla cui combinazione dipende la maggiore o minore intensità della caduta.

  • Sesso. La perdita dei capelli è generalmente più evidente negli uomini in quanto legata a variazioni di ormoni maschili.
  • Stagionalità. In autunno e in primavera i capelli cadono con più facilità.
  • Farmaci. Un certo numero di medicinali ha, tra gli effetti collaterali, appunto la perdita di capelli.
  • Stato di salute. Alcune patologie comportano un’alopecia secondaria.
  • Fattori genetici. Esiste una predisposizione alla caduta dei capelli che spesso è ereditaria e che dipende dal tipo di capelli e dalla loro densità.

Caduta di capelli per cause ormonali

Si parla di alopecia androgenetica quando la perdita dei capelli dipende da fattori ormonali; la sua manifestazione è più evidente nel sesso maschile (80%), ma anche le donne ne possono soffrire (50%).

La molecola coinvolta in questo disturbo è il testosterone, che è l’ormone maschile per eccellenza, ma che è presente, se pur in concentrazioni inferiore, nel sesso femminile.

Come conseguenza di queste modificazioni, i capelli diventano progressivamente più corti e sottili, fino a creare delle zone nude sul cuoio capelluto, determinando l’insorgenza della calvizie.

Parallelamente si verifica un incremento della caduta derivante dall’inadeguato metabolismo del follicolo pilifero, che non è più stimolato a produrre capelli.

Le zone in cui la caduta risulta più evidente sono la nuca e le tempie, considerate le aree maggiormente influenzate dall’assetto ormonale; infatti l’alopecia androgenetica viene chiamata anche calvizie a corona.

Possibili rimedi per la calvizie androgenetica

Esistono alcuni farmaci che si sono rivelati efficaci nel trattamento della calvizie androgenetica e che possono venire applicati localmente (lozioni e unguenti per uso topico) oppure assunti per via sistemica (compresse e pillole).

I due principi attivi che compongono rimedi terapeutici del genere sono:

  • minoxidil;
  • finasteride.

In entrambi i casi è necessario continuare la terapia per almeno 3-6 mesi prima di notare risultati apprezzabili poiché i principi attivi di questi preparati devono agire a livello del follicolo pilifero e del suo ciclo vitale.

La loro efficacia è strettamente collegata alla fase della calvizie in quanto se la caduta di capelli è ormai giunta a un livello avanzato, l’unico rimedio possibile è quello del trapianto, con ridistribuzione chirurgica dei bulbi piliferi.

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