Il respiro sibilante e il respiro rantolante sono sintomi di alcune patologie delle vie aeree superiori, caratterizzate dall’insorgenza di rumori respiratori continui e ad alta intensità, sovrapposti al normale ritmo respiratorio.

Questi suoni, che possono essere simili a sibili o fischi, sono causati dall’oscillazione delle pareti delle vie aeree in seguito all’attraversamento del flusso d’aria e alla presenza di secrezioni catarrali.

Essi sono più frequenti in fase espiratoria, quando cioè si crea un aumento di pressione intratoracica, che contribuisce a restringere gli spazi disponibili.

Tale restringimento può essere causato anche dal deposito di dense secrezioni bronchiali o a da edemi.

Che cosa si intende per respiro sibilante

A differenza dei fisiologici rumori respiratori, che vengono rilevati dal medico con l’auscultazione toracica mediante fonendoscopio, i rumori e sibili patologici sono indicativi di anomalie funzionali.

I sibili sono suoni provocati da asma bronchiale, un disturbo di natura allergica che può dipendere da pollini, da acari della polvere, da residui organici animali oppure da spore fungine.

In alcuni casi l’asma può manifestarsi anche con tosse persistente associata a senso di costrizione al petto.

Anche se piuttosto rari, i sibili respiratori possono avere un’eziopatologia di tipo neoplastico, responsabile della parziale ostruzione delle vie aeree.

Che cosa si intende per respiro rantolante

Nella pratica clinica, il rantolo corrisponde a un rumore umido, provocato da un flusso di aria che crea una turbolenza associata a secrezioni catarrali.

Quando queste ultime sono talmente abbondanti da occupare perfino la laringe, si possono depositare sulle corde vocali, modificando perfino il timbro della voce (disfonia).

In simili condizioni i pazienti cercano di risolvere il disturbo schiarendosi la voce (“raclage”).

Può succedere anche che il catarro si diffonda fino alla faringe, peggiorando fenomeni collegati al reflusso gastroesofageo.

I rantoli possono essere di due tipi:

  • grossolani, collegati al respiro boccheggiante che non riesce ad apportare un sufficiente flusso d’aria nelle vie aeree. Non bisogna dimenticare che una condizione del genere è abbastanza frequente negli stati comatosi, quando il moto turbolento dell’aria che attraversa la trachea è ostacolato quasi del tutto dal catarro;
  • fini, generati da secrezioni più fluide e presenti a un livello più basso (bronchi e bronchioli). I fattori predisponenti a questo disturbo dipendono da un flusso più rapido dell’aria e da secrezioni piuttosto abbondanti, che provocano suoni crepitanti durante l’intero ciclo respiratorio.

Quali sono le cause dei rumori respiratori

La principale causa dei rumori respiratori è l’asma, seguita dalla bronco-pneumopatia ostruttiva, fibrosi cistica e, in alcuni casi, insufficienza cardiaca.

I rumori respiratori possono dipendere anche da bronchiti acute o croniche, responsabili del restringimento del calibro delle vie aeree, da bronchioliti e da ostruzioni respiratorie.

Soltanto lo specialista in pneumologia possiede competenze adeguate a discriminare la differente natura dei rumori respiratori che, soprattutto quando non sono particolarmente evidenti, richiedono una notevole esperienza diagnostica.

È necessario infatti interpretare il rumore respiratorio associandolo a una preventiva anamnesi completa e a un’accurata visita, per giungere a una diagnosi corretta, indispensabile per l’impostazione del percorso terapeutico.

Per avere maggiori certezze diagnostiche, può essere consigliabile effettuare una TAC del torace o anche una broncoscopia, test discriminanti di grande specificità.

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