Si parla di proteinuria quando nelle urine è presente una quantità anomala di proteine.

Poiché di solito nelle urine di soggetti sani non si riscontra la presenza di proteine, questa condizione è quasi sempre un segnale di problemi renali.

Va però notato che una quota molto modesta di proteine, costituita per lo più da albumina, può essere rinvenuta anche nelle urine di persone sane a seguito di esercizio fisico intenso o dopo il passaggio dalla posizione sdraiata a quella eretta.

Quali sono le cause della proteinuria?

Per essere considerata nella norma, la quantità di proteine nelle urine non dovrebbe superare gli 8 mg/dl su campione occasionale e gli 80 mg nelle 24 ore. Ma a cosa è dovuta la proteinuria?

I valori alti di proteine nelle urine può indicare un’alterazione della funzione di filtro del glomerulo renale, formazione vascolare che ha il compito di bloccare le proteine plasmatiche di grandi dimensioni, o della capacità dei tubuli renali di riassorbire le proteine di dimensioni più piccole.

La prima causa di proteinuria è il diabete, sia di tipo I che di tipo II, a cui segue l’ipertensione arteriosa. In entrambi i casi, l’elevata concentrazione di proteine nelle urine è indice di una compromissione della funzionalità renale.

Tra le cause di proteinuria meno frequenti possono essere annoverate: glomerulonefriti, anemia falciforme, malattie autoimmuni (lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide), infezioni renali, insufficienza cardiaca e assunzione prolungata di farmaci.

Esistono poi:

  • la proteinuria transitoria, presente sporadicamente in seguito a disidratazione, febbre, sforzo fisico o stress,
  • la proteinuria da iperafflusso, che non è dovuta a malattie renali e si verifica in alcune patologie come il mieloma
  • la proteinuria ortostatica, una condizione di scarso significato clinico che si osserva prevalentemente negli adolescenti e non persiste dopo i 30 anni.

Proteinuria: quali sono i sintomi?

Quando si presenta in maniera lieve o moderata, la proteinuria è generalmente asintomatica. Se invece la perdita di proteine è abbondante, possono manifestarsi i seguenti sintomi:

  • urine che appaiono schiumose;
  • ritenzione di sodio e acqua con comparsa di edemi (gonfiore) intorno alle palpebre, al volto, alle caviglie e alle gambe.

Proteinuria in gravidanza

Nelle donne incinte, un lieve incremento della quantità di proteine nelle urine è considerato normale.

Tuttavia, se la proteinuria è elevata e persiste nel tempo potrebbe essere un campanello d’allarme per patologie più serie, come la preeclampsia, definita anche gestosi, una grave complicanza associata all’aumento della pressione sanguigna che si manifesta tipicamente dopo la 20esima settimana di gestazione.

Come si scopre la proteinuria?

Quando un esame delle urine rivela una situazione di proteinuria è bene rivolgersi a uno specialista, che dopo aver raccolto una dettagliata anamnesi del paziente deciderà sull’opportunità di ulteriori accertamenti per identificare la causa del disturbo e la cura più adeguata.

Il gold standard di riferimento per la diagnosi di proteinuria consiste nella misurazione quantitativa delle proteine urinarie nelle 24 ore. Una volta riscontrata proteinuria, il passo successivo è valutarne la persistenza per escludere che la positività sia legata a un evento scatenante.

Un esame più accurato è rappresentato dal rapporto albumina su creatinina, che si effettua sulle urine della prima minzione mattutina. Altri test che possono essere prescritti sono l’elettroforesi delle proteine urinarie (UPEP), gli esami del sangue e la biopsia renale.

Come si cura

Il trattamento della proteinuria varia a seconda della causa scatenante. Per chi soffre di diabete o ipertensione, fondamentale è il controllo della glicemia e dei valori pressori.

Nel caso in cui non venga scoperta la causa esatta, sono disponibili alcune classi di farmaci, come gli ACE inibitori o gli antagonisti dei recettori dell’angiotensina, che riducono la proteinuria e rallentano l’evoluzione del danno renale.

In caso di proteinuria transitoria o ortostatica, invece, non sono necessarie terapie.

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