Il retto è composto da alcuni strati che ricoprono questa parte effettuando uno scorrimento tra di loro. Questo fenomeno può dare vita al prolasso rettale, il quale si verifica a causa di alterazioni anatomiche.

Il prolasso rettale può contraddistinguersi in due tipologie:

  • prolasso mucoso rettale: quando si verifica uno scivolamento della mucosa includendo i primi strati oppure della sottomucosa che riguarda gli strati secondari.
  • prolasso rettale completo: tutti gli strati delle pareti rettali provocano uno scivolamento uno sull’altro creando una sorta di pressione verso l’ano.

Prolasso rettale: quali sono le cause?

Le cause del prolasso rettale possono essere molteplici e dipendere da diversi fattori:

  • disfunzioni della muscolatura della zona pelvica;
  • processo di invecchiamento con conseguente debolezza delle pareti rettali;
  • patologie neurologiche;
  • fattori genetici;
  • stipsi.

Quali sono i sintomi del prolasso rettale?

Il prolasso rettale può provocare una serie di sintomi tra cui:

  • formazione di tessuto sporgente dal retto;
  • difficoltà di evacuazione delle feci;
  • sensazione di non aver evacuato completamente le feci;
  • necessità di compiere sforzi prolungati durante l’evacuazione;
  • evacuazione frequente di una scarsa quantità di feci;
  • sensazione di pesantezza a livello anale;
  • prurito;
  • episodi di sanguinamento durante l’evacuazione o perdita di muco;
  • difficoltà a contenere gas e feci che può sfociare (in rari casi) in incontinenza;
  • stipsi;
  • dolore addominale.

Prolasso rettale: come avviene la diagnosi?

Diagnosticare il prolasso rettale non è sempre facile. Generalmente tale patologia viene diagnosticata mettendo insieme alcuni dettagli relativi alla storia clinica del paziente oppure effettuando degli esami specifici. Tra questi l’analisi anorettale completa, la manometria anorettale e la defeco-RM.

Una volta effettuati questi esami, lo specialista sarà in grado di determinare la presenza della patologia e fornire una diagnosi ben precisa.

Quali sono i trattamenti per il prolasso rettale?

Il prolasso rettale può essere trattato in diversi modi, tra cui terapie chirurgiche e conservative. Il trattamento più adeguato verrà stabilito in base all’entità della patologia e al tipo di prolasso.

La terapia conservativa consiste in alcune buone abitudini da assumere quotidianamente ed è maggiormente indicata durante la fase iniziale del fenomeno. Queste indicazioni sono utili per alleviare i sintomi e combattere le cause che provocano il disturbo.

  • Alimentazione ricca di fibre;
  • Bere almeno 2 litri di acqua al giorno;
  • Assunzione di lassativi.

Nel caso in cui vengano somministrati dei lassativi, è bene essere a conoscenza che tali farmaci devono essere utilizzati in maniera moderata solo quando è strettamente necessario. Infatti, possono indurre il paziente a sviluppare assuefazione portando ad un aumento delle dosi. Per evitare problemi, seguire scrupolosamente le indicazioni del medico ed evitare il fai-da-te.

Nei casi di lieve entità, invece, generalmente è possibile intervenire sul prolasso rettale seguendo una dieta sana a base di fibre, probiotici e una corretta idratazione. Abbinare una regolare attività fisica per contrastare gli episodi di stipsi.

Il trattamento chirurgico del prolasso rettale invece può riguardare la zona addominale oppure perianale.

Ciascuna terapia può includere una serie di metodi e di interventi completamente differenti tra loro. Questo dipende dalla tipologia di prolasso rettale e dalla sua gravità.

Sarà lo specialista a stabilire la tecnica più adeguata in base al caso e a fattori quali il sesso del paziente, l’età, i sintomi e l’entità del fenomeno.

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