L’otosclerosi è una condizione patologica che colpisce l’orecchio medio, caratterizzata da una crescita anormale dell’osso che può portare a una progressiva perdita dell’udito.

Questa malattia è una delle cause frequenti di sordità conduttiva negli adulti, ma la buona notizia è che esistono trattamenti che possono aiutare a migliorare o recuperare l’udito.

Cos’è l’otosclerosi?

L’otosclerosi implica tipicamente un’alterazione del normale processo di rimodellamento osseo nell’orecchio medio, particolarmente intorno alla staffa, uno dei piccoli ossicini che trasmettono il suono dall’esterno verso l’interno dell’orecchio.

Quando questo osso diventa immobile a causa della crescita eccessiva di nuovo tessuto osseo, la sua capacità di vibrare in risposta alle onde sonore si riduce, diminuendo così l’efficienza della trasmissione del suono, e portando a una perdita dell’udito.

Cause dell’otosclerosi

Comprendere le cause dell’otosclerosi è essenziale per identificarne i trattamenti più efficaci e per prevenire l’evoluzione della malattia. L’otosclerosi deriva da un’alterazione del processo fisiologico che regola il ricambio del tessuto osseo nell’orecchio medio. Normalmente, questo processo è bilanciato dalle azioni degli osteoblasti, che formano il tessuto osseo, e degli osteoclasti, che lo riassorbono. Nell’otosclerosi, questo equilibrio è compromesso, portando a una crescita anormale dell’osso che impedisce alla staffa di muoversi normalmente in risposta alle onde sonore, causando una riduzione dell’udito.

La causa esatta dell’otosclerosi rimane sconosciuta, ma gli studi indicano una forte componente genetica. Si stima che circa due terzi dei pazienti con otosclerosi abbiano un familiare affetto dalla stessa condizione, suggerendo una significativa predisposizione ereditaria. Tuttavia, non tutti i casi di otosclerosi possono essere spiegati solo dalla genetica, il che porta gli scienziati a considerare anche i fattori ambientali.

Tra i fattori ambientali sospettati di influenzare l’otosclerosi, il più studiato è l’infezione da virus del morbillo. Alcuni studi hanno rilevato tracce di RNA virale nelle formazioni ossee che bloccano la staffa, suggerendo un possibile legame. Inoltre, si è osservato un calo dei casi di otosclerosi in seguito all’introduzione del vaccino contro il morbillo, rafforzando questa ipotesi. Altri fattori come il livello di estrogeni e il contenuto di fluoro nell’acqua bevuta sono ancora oggetto di discussione e richiedono ulteriori studi per una conferma definitiva.

Otosclerosi: come si manifesta e come riconoscerla

L’otosclerosi si manifesta principalmente attraverso la perdita progressiva dell’udito, che inizialmente può essere lieve e gradualmente peggiorare fino alla sordità completa se non trattata. Un sintomo distintivo di questa condizione è la difficoltà nel percepire i toni bassi e profondi, come le voci maschili, il che spesso porta i pazienti a percepire suoni più acuti e disturbanti.

Generalmente, l’otosclerosi colpisce entrambe le orecchie (bilaterale), anche se esistono casi in cui è interessato un solo un orecchio (monolaterale). La perdita d’udito può essere di tipo conduttivo, limitata all’immobilità della staffa, o di tipo misto, neurosensoriale-conduttivo, dove oltre alla staffa è compromessa anche la trasmissione nervosa dall’orecchio al cervello. Quest’ultimo caso può portare anche a vertigini, mancanza di equilibrio e, in rari casi, nistagmo, un movimento involontario degli occhi.

I pazienti con otosclerosi spesso sperimentano acufeni, ovvero fischi o rumori nell’orecchio, che tendono a peggiorare con l’avanzare della perdita dell’udito. Un altro sintomo comune è la paracusia, che consiste nella percezione alterata dei rumori. Curiosamente, molti pazienti tendono a parlare a volume più basso a causa della percezione alterata anche della propria voce.

Tra i segni clinici, si nota talvolta il segno di Schwartze, una macchia blu-rossastra visibile nella zona di giunzione tra staffa e coclea, indicativa di iperemia locale. Questi sintomi e segni aiutano i medici a diagnosticare l’otosclerosi, essenziale per prevenire la complicazione più grave: la sordità completa.

Come si tratta l’otosclerosi

Il trattamento dell’otosclerosi può variare da approcci non invasivi a interventi chirurgici, a seconda della severità della condizione e della risposta del paziente alle terapie iniziali:

  • Gestione conservativa: Inizialmente, i pazienti possono beneficiare di apparecchi acustici, che aiutano ad amplificare i suoni e a migliorare la qualità dell’udito. L’uso di apparecchi acustici è spesso raccomandato per coloro che hanno una perdita dell’udito lieve o moderata.
  • Intervento chirurgico: La stapedotomia è un’opzione chirurgica in cui la staffa immobilizzata viene parzialmente o completamente sostituita con una protesi microscopica. Questo intervento mira a ripristinare la mobilità della catena degli ossicini, permettendo così un migliore trasferimento delle onde sonore verso l’orecchio interno. Molte persone sperimentano un miglioramento significativo dell’udito dopo questo tipo di chirurgia.
  • Terapie avanzate: Alcune ricerche recenti stanno esplorando l’uso di farmaci che potrebbero rallentare la progressione dell’otosclerosi o migliorare la funzionalità dell’orecchio medio, ma questi trattamenti sono ancora in fase di studio.

Otosclerosi: prospettive e recupero dell’udito

Il successo nel recupero dell’udito in pazienti con otosclerosi dipende fortemente dalla diagnosi precoce e dall’intervento tempestivo. La stapedotomia, in particolare, ha mostrato tassi di successo elevati, con molti pazienti che riportano una significativa restituzione dell’udito post-operatorio. Tuttavia, come per qualsiasi procedura chirurgica, ci sono rischi di complicazioni, e la decisione di procedere dovrebbe essere presa dopo un’attenta valutazione e discussione con uno specialista dell’orecchio.

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