La lombosciatalgia si riconosce come un dolore che colpisce il tratto lombare della colonna vertebrale. Questo tende a espandersi fino a giungere sull’arto inferiore e al piede.

La lombosciatalgia si riconosce perché ha una manifestazione dolorosa e intensa. La sua natura può essere crampiforme o urente, se si tratta di un bruciore continuo. Il dolore insorge in seguito alla compressione o all’irritazione del nervo sciatico.

Lombosciatalgia: le cause

Una delle cause principali della lombosciatalgia recidivante può essere un’ernia del disco intervertebrale. Questa patologia, provocando la fuoriuscita di un disco o la sua rottura parziale, causa un contatto diretto con una o più radici nervose, provocando il dolore.

Oltre all’ernia del disco, si contano diverse altre cause di lombosciatalgia.

I soggetti più a rischio sono persone obese o in sovrappeso, fumatori, coloro che conducono una vita sedentaria o al contrario chi è sottoposto a sforzi fisici importanti.

Inoltre, non bisogna sottovalutare il ruolo di una postura scorretta: una postura innaturale o che porta a una distribuzione squilibrata dei carichi corporei può, infatti, portare a dolore lombare e a infiammazione del nervo sciatico.

Anche gli sportivi possono trovarsi a soffrire di lombosciatalgia. La loro attività, infatti, provoca continui microtraumi che, a lungo andare, portano alla rottura di uno o più dischi intervertebrali. Pertanto è possibile che un frammento erniario venga espulso, compromettendo la radice spinale e provocando il dolore in questione.

Lombosciatalgia: come si manifesta

Il dolore che contraddistingue la lombosciatalgia è particolarmente intenso e tende ad aumentare con il movimento del busto, con starnuti, tosse e quando si sta seduti. In questa sede è possibile riscontrare la presenza di formicolii, crampi e bruciori.

Il dolore parte dal gluteo e si estende verso coscia, gamba e, infine, piede. Di solito, l’arto interessato da lombosciatalgia è soltanto uno.

Nel caso in cui si manifesti in forma grave, è possibile riscontrare anche deficit di natura muscolare, difficoltà motorie, intensa debolezza a livello della gamba e incontinenza intestinale e/o vescicale.

Lombosciatalgia: come individuarla

Il fisiatra è il medico che può diagnosticare una lombosciatalgia, a partire dall’analisi del quadro clinico del paziente.

Se il medico lo riterrà necessario, potrà predisporre ulteriori accertamenti, attraverso una TAC o risonanza magnetica. Nel caso in cui ci sia una paralisi a livello muscolare si consiglia un’elettromiografia da effettuare a livello degli arti inferiori.

Una volta ottenuta la diagnosi, è bene prendersi sempre un periodo di riposo, evitare di fare sforzi fisici e sollevare pesi di ogni genere. Si consiglia sempre di intraprendere, dopo aver terminato il periodo di stop, una terapia fisioterapica. Questa è utile per correggere eventuali problematiche a livello posturale, ridurre le tensioni presenti e rinforzare la muscolatura del proprio corpo.

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