Il distacco di placenta è una complicazione della gravidanza. Con un’incidenza di un caso ogni 800-1600 parti, è un evento raro, ma non impossibile che può avere serie conseguenze per la mamma e il suo bambino.

Cosa si intende per distacco di placenta

La placenta è il sistema di sostentamento del feto. L’organo temporaneo svolge diverse funzioni:

  • permette gli scambi metabolici tra la mamma e il suo piccolo;
  • favorisce la corretta respirazione;
  • smaltisce le sostanze di rifiuto;
  • protegge il feto dall’attacco di possibili virus e sostanze nocive per la sua sopravvivenza;
  • produce gli ormoni per il corretto andamento della gravidanza.

Il distacco totale o parziale della placenta rappresenta una delle più gravi complicazioni del periodo di gestazione, perché riduce o arresta del tutto il rifornimento di ossigeno al feto. Questa condizione può verificarsi dopo la ventesima settimana e non ha nulla a che vedere con il distacco del trofoblasto (precursore della placenta) che, il più delle volte, si risolve senza alcuna conseguenza.

Distacco di placenta: quali sono le conseguenze per il bambino e per la mamma

Il distacco minimo di placenta, in genere, non comporta alcun problema, mentre se è interessata una porzione più ampia il bambino potrebbe morire in utero, in quanto non arrivano più le sostanze nutritive e l’ossigeno necessari per il sostentamento. In questi casi, l’unica soluzione è il parto prematuro.

Dato che il distacco di placenta è accompagnato da perdite di sangue, contrazioni e dolori addominali, il più delle volte si ritiene necessaria praticare una trasfusione di sangue alla mamma. In casi rari, potrebbe anche verificarsi un’insufficienza renale e qualora il sanguinamento non dovesse arrestarsi dopo il parto, si procede con la rimozione dell’utero.

Uno studio condotto da ricercatori israeliani e pubblicato nel 2014 ha stabilito che il distacco di placenta potrebbe avere delle conseguenze anche a lungo termine, predisponendo la madre alla mortalità per malattie cardiovascolari nei 10 anni successivi all’intervento. Questi dati, tuttavia, sono ancora da confermare in quanto parte di un nuovo settore di ricerca.

Distacco di placenta: cause e sintomi

Il distacco di placenta può essere causato da traumi addominali (incidenti stradali o cadute), ma anche dall’ipertensione materna, dall’abuso di sostanze eccitanti quali droghe e fumo, da infezioni uterine, da una gravidanza gemellare o in età avanzata.

I sintomi sono principalmente tre:

  • sanguinamento (anche se non sempre presente),
  • contrazioni frequenti e persistenti,
  • dolori addominali estesi anche alla schiena.

Un altro possibile campanello d’allarme è rappresentato dalla riduzione dei movimenti fetali. In questo caso è bene recarsi subito al pronto soccorso, ricordando sempre di allacciare le cinture quando si sale in auto.

Il distacco di placenta può essere diagnosticato attraverso un’ecografia e l’analisi clinica. Qualora il problema dovesse essere di piccola entità, non sempre il macchinario è in grado di rilevarlo, motivo per cui l’analisi clinica è l’unico strumento valido. In questi casi, per salvare la vita del nascituro si procede con il ricovero della futura mamma, sottoposta a frequenti controlli. Se dovesse essere necessario, verranno somministrati dei farmaci corticosteroidi, utili per la maturazione dei polmoni del bambino e solo in seguito si procederà con il parto d’urgenza.

Una situazione critica richiede il cesareo immediato.

Come prevenire il distacco di placenta

Il rischio di distacco della placenta si può prevenire portando avanti una gravidanza serena, senza abusare di fumo e alcol.

Inoltre, le gravidanze gemellari e caratterizzate dall’ipertensione della madre vanno seguite con particolare attenzione con visite mirate e frequenti.

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