Le fratture del polso rappresentano una delle lesioni più comuni negli incidenti domestici, sportivi e lavorativi, colpendo una vasta gamma di età.

La scelta del trattamento più adatto per una frattura del polso dipende da diversi fattori, tra cui il tipo di frattura, la severità, l’età del paziente e le sue condizioni generali di salute. Generalmente, i trattamenti si dividono in due categorie principali: conservativi e chirurgici.

Tipologie di fratture del polso

Le fratture del polso variano ampiamente nella loro forma e gravità, interessando diverse parti di questa complessa regione anatomica. Le più comuni includono la frattura di Colles, tipica di cadute sulla mano estesa, che porta a un distintivo “polso a forchetta” dovuto alla deformità dell’osso del radio.

Le fratture dello scafoide sono meno evidenti inizialmente ma problematiche per la scarsa circolazione dell’osso, rendendo complessa la guarigione.

La frattura di Barton, risultato di impatti diretti sul palmo, e la frattura di Smith, causata da cadute sul dorso della mano, sono entrambe fratture intra-articolari del radio distale che possono richiedere interventi specifici per evitare complicazioni future.

Inoltre, le fratture comminutive, dove l’osso si spezza in tre o più parti, e le fratture aperte, che espongono l’osso e aumentano il rischio di infezione, richiedono trattamenti immediati e spesso chirurgici.

La comprensione di queste diverse tipologie è essenziale per un approccio di trattamento mirato e efficace, indispensabile per il recupero della funzionalità e la minimizzazione delle complicazioni a lungo termine.

Fratture del polso: trattamenti conservativi

Il trattamento conservativo è spesso raccomandato per fratture del polso che sono meno gravi, ovvero quelle in cui i frammenti ossei rimangono allineati (fratture non scomposte). Questo approccio include l’uso di gessi o tutori per immobilizzare il polso e permettere una guarigione naturale. I pazienti possono necessitare di indossare il gesso o il tutore per diverse settimane, durante le quali possono essere necessari controlli radiografici periodici per assicurarsi che i frammenti ossei rimangano in posizione corretta mentre l’osso guarisce.

I vantaggi del trattamento conservativo includono un minor rischio di complicazioni post-operatorie, come infezioni o problemi legati all’anestesia. Inoltre, evitando l’intervento chirurgico, i tempi di recupero possono essere ridotti, sebbene il paziente dovrà comunque fare fisioterapia per ripristinare la mobilità e la forza del polso dopo l’immobilizzazione.

Intervento chirurgico per frattura del polso

La chirurgia può essere necessaria in casi di fratture complesse o scomposte, dove i frammenti ossei non sono allineati correttamente. L’intervento chirurgico mira a riposizionare i frammenti ossei e stabilizzarli utilizzando dispositivi come viti, placche o fili. Questo non solo aiuta a garantire che l’osso guarisca nella posizione corretta, ma può anche ridurre il rischio di complicazioni future, come l’artrosi precoce o deformità permanenti.

I benefici della chirurgia includono una maggiore probabilità di recuperare la piena funzionalità del polso, particolarmente importante per pazienti giovani o attivi. Tuttavia, la chirurgia comporta rischi generali legati agli interventi invasivi e richiede un periodo di recupero, durante il quale il paziente dovrà seguire un programma di riabilitazione fisioterapica per massimizzare il recupero della funzione.

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